(Newton & Compton, Roma 2007, ISBN 978-88-541-0880-6, Pagine 256, € 5,90).Parlando di cibo, la prima caratteristica riscontrabile in tutta la Toscana è il rispetto delle tradizioni, con usanze che possono essere fatte risalire agli Etruschi. La ragion d’essere di questo attaccamento è il gusto tutto toscano per le cose semplici, per i sapori schietti, per gli ingredienti naturali e le preparazioni non troppo elaborate. In Toscana – terra di gente legata alla terra – anche nelle preparazioni di pesce entrano ingredienti particolarissimi, come gli “erbi boni”, ovvero verdure e piante selvatiche, spontanee.
Sul litorale tirreno la cucina di mare ha saputo creare, nel corso del tempo, piatti unici e irripetibili, partendo da ingredienti semplicissimi e poveri, come le cee (gli avannotti delle anguille), le femminelle di Orbetello, le triglie di scoglio della zona di Livorno, i muggini della laguna. L’avanzare del turismo ha poi prodotto una rielaborazione dei piatti tipici, per accontentare i palati più raffinati dei villeggianti, ma sostanzialmente la base della cucina toscana di mare resta la semplicità dei pesci poveri, abbondantemente conditi con erbe, grigliati e serviti sul pane toscano, ben irrorati dall’inimitabile olio extravergine d’oliva, uno dei migliori al mondo.
Ingredienti:
50 g di riso, 1 carota, 1 zucchina, 1 cucchiaio di olio di semi di mais, 150 g di carne di anitra, un pizzico di sale.
Fate bollire per mezz'oretta le verdure in un poco di acqua, quindi scolatele e tritatele finemente o passatele al frullatore.
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